
Occorre che la storia venga narrata com’era prima che i preti del Cristo Bianco la ammantassero con i loro santi e le loro leggende.
Le Nebbie di Avalon è un romanzo fantasy meraviglioso, pubblicato per la prima volta nel 1983 e diventato in breve tempo un bestseller mondiale.
L’autrice, Marion Zimmer Bradley, nata nel 1930 nel New Jersey e morta nel a Berkeley nel 1999, è stata una delle autrici di narrativa fantastica, più famose al mondo.
I romanzi de Le Nebbie di Avalon, raccontano la storia Arturiana dal punto di vista di Morgana: donna, sacerdotessa di Avalon, sorella e amante di Artù, meglio conosciuta come fata Morgana.
Nel primo volume ci sono i primi due romanzi: Signora della magia e La suprema Regina, entrambi meravigliosi, scritti bene ed avvincenti.
Più che una recensione, vorrei scrivere delle riflessioni che sono scaturite in me durante la lettura.
È vero che si tratta di un romanzo Fantasy, ma continene in sé molti aspetti realmente accaduti su cui vale la pena soffermarsi.
Primo fra tutti la certezza che effettivamente, come viene scritto nel libro, c’è stata una storia prima dell’avvento del cristianesimo, fatta di donne, sacerdotesse, società matrifocali, che spesso non viene raccontata. Molte scoperte archeologiche ne dimostrano l’esistenza. Secondo aspetto importante su cui riflettere è sul perché, da un certo momento in poi, si è attribuito alla Dea inizialmente un potere demoniaco e più avanti un potere irrisorio.
Un tempo la Dea era venerata, onorata e considerata la grande madre; il cristianesimo ha tentato di cancellarla e relegarla in un angolo, negando la sua sua sacralità e affermando che il suo potere fosse il potere di Satana.
È chiaro che un cambio di prospettiva di questo genere, nei popoli, scateni un cambiamento di visione e credenze. Tutto ciò che era connesso al culto della Dea, quindi connessione con la natura, con i cicli della luna e delle stagioni ha perso piano piano credibilità ed importanza e la vita connessa ai fenomeni naturali è stata vista non più come essenziale, ma dannosa e lontana dal Dio cristiano che tutto ha creato.
L’autrice racconta di Avalon, l’isola Sacra, dove a regnare erano i principi femminili, incarnati sia nelle donne che negli uomini, dove regnava la cooperazione, la sorellanza, l’uguaglianza, dove le donne erano libere e padrone del proprio destino. Racconta poi la nuova prospettiva di vita che piano piano stava diventando normalità fuori da Avalon, dove “per i Romani contava la discendenza maschile, i quali si preoccupavano di controllare con chi stessero le proprie Donne, le quali venivano segregate in casa e spiate”.
Ed ecco quindi che con le invasioni sempre più massicce dei Sassoni e con il diffondersi del Cristianesimo, il culto della Dea e della Donna è stato a poco a poco dimenticato.
“I Cristiani cercano di cancellare ogni sapere che non sia il loro, e in questa lotta bandiscono dal mondo ogni forma di mistero che non sia conforme al loro credo religioso. Hanno proclamato eresia l’affermazione che gli uomini vivono più di una vita, cosa che invece ogni contadino sà essere vera.”
L’autrice, dando la voce a Morgana, riesce a farci percepire come la storia Arturiana, vista nell’immaginario collettivo come leggendaria e degna di ammirazione, sia in realtà soltanto un susseguirsi di lotte per l’effimero potere, fatte in nome di un Dio e di una religione che annullando la Dea, hanno di fatto annullato parte della realtà esistente.
Ogni persona possiede una componente maschile ed una femminile, e per vivere in armonia è necessario che queste due parti siano in equilibrio tra loro. La predominanza maschile, voluta dai Sassoni e dal Cristianesimo ha portato con il tempo ad avere un mondo dove l’aggressività, la lotta per il potere, il nutrimento dell’ego, la possessione sono a tutti gli effetti valori accettati e condivisi.
Ma, consapevolmente si può piano piano tornare a considerare la Dea come colei “che trascende tutti gli altri Dei. Le religioni nascono e muoiono; prima c’erano i Romani, poi sono arrivati i Cristiani, ma lei li trascende tutti”.
Siamo in un periodo storico in cui le forze femminili si stanno risvegliando sempre di più e conoscere storie vere o inventate di società matrifocali in cui la Dea era venerata, aiuta senza dubbio questo inesorabile ed inevitabile risveglio.
È un romanzo che, quindi, consiglio assolutamente di leggere perché riesce a descrivere un mondo possibile (lontano da quello che stiamo vivendo da millenni) fatto di amore, parità, uguaglianza, sorellanza, gentilezza, dove alle Donne viene dato il valore, la sacralità e il potere che appartiene loro, indiscutibilmente.
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