
Continua il percorso di risveglio della Dea, presente in noi ed intorno a noi, attraverso lo studio di ogni capitolo presente nel libro “Il risveglio della Dea “, scritto da Vicki Noble diversi anni fa.
Abbiamo già affrontato i primi due capitoli, oggi parleremo del terzo.

In questo capitolo Vicki Noble affronta l’importanza dell’intuizione e dell’istinto, presenti in ogni donna; caratteristiche possibili da coltivare ed imparare ad usare con saggezza.
Ci ricorda con forza che per le donne del passato, che vivevano a strettissimo contatto con la natura, era naturale fare affidamento sui propri istinti ed intuiti e che questi le aiutavano nella vita di tutti i giorni.
Un po’ meno semplice è per una donna occidentale, che è “immersa in una cultura che nega la sua percezione della realtà”.
Se ci pensiamo è effettivamente così, siamo, noi donne occidentali, pressoché abituate a riporre la nostra fiducia nella “scienza meccanicistica dettata dalla cultura” e non crediamo che il nostro pianeta sia vivo e colmo di spiriti aiutanti attivi.
Vicki Noble invita la donna ad entrare in contatto con le forze fondamentali sempre presenti in noi ed intorno a noi, asserendo che una volta conosciute, esse “divengono d’un tratto così visibili da non poter essere negate “.
Racconta durante tutto il libro, il suo percorso di guarigione sciamanica e nel terzo capitolo dice che questo percorso è aperto e possibile a tutte, ma con delle difficoltà sostanziali: “quando una donna si dispone alla guarigione sciamanica attraversa una crisi di identità e a volte un’esperienza di quasi morte che coinvolge la sua salute fisica. Questo accade in tutto il mondo, ma quando succede a una donna occidentale, la crisi viene recepita in modo diverso perché manca una base culturale di sostegno e di riconoscimento “.
Vicki Noble ci invita a pensare concretamente al fatto che come siamo in grado di riuscire a visualizzare e far accadere cose piccole e concrete, come, per esempio, trovare sempre il parcheggio che ci serve, così lo siamo per le cose grandi, basta allenarsi e crederci. Ma sempre cercando di non irrigidire ed ingrandire l’ego, anzi di abituarci al cambiamento.
Si affida alla mitologia degli Indiani d’America, portando alla nostra attenzione le dakini e i coyote definendole “le persone o le situazioni che incarnano temporaneamente elementi caotici, ma finalizzati, del nostro ambiente dando loro forma. Essi si manifestano negli avvenimenti che ci mettono fuori strada, che ci sviano dalla meta e ci fanno sentire fuori controllo o in qualche modo ingannati, rendendoci consapevoli che esiste un movimento più vasto di cui noi siamo solo una parte”.
È quindi importante ricollegarsi al nostro spirito e a quello universale, conducendo una vita in sintonia con sé stesse e con il mondo. Facendo proprio il concetto fondamentale che nel nostro universo vige la legge del caos e che un ego troppo rigido può portare a non avere flessibilità e a non sapersi adattare ai cambiamenti.
Vicki Noble continua poi in questo splendido capitolo la spiegazione sul potere istintuale ed innato della donna, asserendo che un percorso sciamanico è quasi normale per chi guarda il mondo oltre la sua materia.
Dà molti consigli e spunti per intraprendere e praticare un percorso sciamanico, che personalmente ho trovato illuminate.
È, il terzo, un capitolo corposo ed utilissimo, che ci permette di entrare nelle profondità dello sciamanesimo e di adottare, perché no, abitudini e comportamenti utili a noi stesse e al pianeta.
“Per praticare lo sciamanismo bisogna essere disposte a ripulire il proprio modo di agire e ad assumere comportamenti positivi senza esservi costretti da nessuno”.
Buon viaggio💜