
Ho sciolto i capelli. Abbracciami Frida è una interessante raccolta di poesie, che l’autrice, Agnese Coppola, ha scritto in momenti ed anni differenti.
Agnese Coppola è docente di Lettere, nata a Nola (NA) nel 1979, insegna attualmente in una scuola in provincia di Milano. Da sempre coltiva l’interesse e l’amore per la letteratura, tanto da pubblicare nel corso della sua vita, Nella terra di mezzo (raccolta di poesie), Strisce pedonali (romanzo) ed di recente Ho sciolto i capelli. Abbracciami Frida.
Il testo completo di Ho sciolto i capelli. Abbracciami Frida è diviso in due parti, (scritte in due fasi diverse della vita dell’autrice) entrambe molto introspettive ed intense. La prima parte Ho sciolto i capelli racchiude, ai miei occhi, un viaggio che Agnese ha fatto dentro sé stessa, un percorso di vita che l’ha inevitabilmente segnata e costretta a guardarsi dentro e che ha voluto esprimere e lasciare ai posteri attraverso la poesia; la seconda, Abbracciami Frida, è invece un omaggio a persone che per lei e per la sua evoluzione sono state, in modo evidente, significative e che le hanno fatto da specchio, come Frida Kahlo, Alda Merini, Emanuela Viaro, Amelia Rosselli.
L’elemento che accomuna le due parti, benché siano in contenuti e linguaggio differenti, è sicuramente la visione della Donna che l’autrice ha. Una donna colta, profonda, anticonvenzionale, selvaggia, intuitiva, una donna che attraversa difficoltà, violenze; Agnese Coppola porta molto rispetto a questi aspetti femminili, aspetti che l’autrice per prima, in modo evidente, possiede ed ha, nel corso degli anni, sperimentato.
Ho trovato le poesie molto belle, scritte molto bene. I testi si avvalgono di figure retoriche non banali e metafore talvolta commoventi. Ho apprezzato molto questo libro.
Ho apprezzato soprattutto la prima parte, a parer mio, meravigliosa.
Nella prima parte c’è l’assoluta presa di coscienza dell’intuito che la donna possiede, della forza che ha e della possibilità di vivere seguendo la propria natura.
Viene dato spazio alla donna selvaggia presente in tutte, ma che non tutte abbiamo il coraggio di lasciar venir fuori.
Viene raccontata Lilith, prima donna sulla Terra e prima moglie di Adamo, colei che fugge da un rapporto di sottomissione ai suoi danni, colei che rifiuta di vivere un rapporto non alla pari. Viene dato spazio, a Lilith, presente in ognuna e ognuno di noi, questa parte da troppo tempo repressa, che finalmente in Agnese Coppola è riaffiorata:
“Scenderò da qualunque piedistallo per giacigli di paglia e campi di fiori umili, ma liberi. Io sono Lilith ho occhi grandi per divorare il mondo muscoli di cervello per sostenere le mie ragioni.”
Viene anche fatto un accenno ad Eva, che tutte e tutti conosciamo, la moglie di Adamo, colei che viene generata da una costola del marito, colei che è per sua natura non alla pari di Adamo, colei che commette peccati, la donna che ci è stata sempre raccontata, che da troppo tempo giustifica tutte le violenze fatte ai danni del genere femminile:
“Dalla costola io sono, io che non ho mai creduto in Lilith. All’ombra vivo sicura acceca il sole diretto. Sbadiglio non sbaglio vivo trattenuta.”
Agnese Coppola con poche parole riesce perfettamente a raccontare la condizione della maggiorparte delle donne che ci sono state e ci sono ancora, da quando il patriarcato è nato, donne isolate, trattenute appunto, private del loro orgoglio, della loro forza, impaurite da questi uomini che invece di essere una risorsa per il nostro pianeta, sono diventati un punto debole e feroce.
Dedica una poesia alla violenza sulle donne, parla di come un uomo può riuscire a far del male ad una donna che “lascia le sue scarpette rosse”, ovvero il suo istinto, la sua voce interiore, la sua forza e che diventa sempre più vulnerabile se si allontana da queste sue caratteristiche innate.
Parla di amore giovanile, parla della condizione di non uguaglianza che alcuni esseri umani sono costretti a subire e che hanno subito nel corso della storia.
Invita, in una poesia molto bella, i giovani di oggi ad aprire gli occhi, a rifiutare il modello “dell’uomo padrone” che sta distruggendo la nostra casa, dannoso per le donne, per il pianeta e per gli uomini stessi.
E’ insomma una raccolta molto ricca e molto profonda, che tocca temi a me molto cari e che sempre di più devono essere diffusi, per poter portare questo pianeta e quindi la nostra vita ad essere basata su principi di uguaglianza, di amore, di sorellanza, di rispetto, di amore sano, tutte cose su cui dobbiamo ancora lavorare molto.
Se proprio devo trovare un difetto, è sicuramente la copertina, molto bella, ma che non rende, a mio avviso, l’idea dei testi di alto spessore che, invece, contiene.
Da leggere!!!!